V. 71 N. 1 (2016):
Articoli Scientifici

Popolamenti marginali di faggio e cambiamenti climatici in Sicilia: criticità ed effetti dell'applicazione di pratiche selvicolturali tradizionali non-sostenibili al variare delle condizioni micro-stazionali

Sebastiano Cullotta
Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università di Palermo
Gaetano La Placa
Dottore forestale
Federico Guglielmo Maetzke
Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università di Palermo

Pubblicato 2016-05-10

Parole chiave

  • faggete marginali,
  • gradiente topografico,
  • cedui alto-montani,
  • deperimento,
  • defoliazione,
  • moria.
  • ...Più
    Meno

Abstract

Il faggio (Fagus sylvatica) è una tipica specie medio-Europea; in Sicilia si rinvengono i boschi di faggio più meridionali d’Europa. La marginalità ecologica di questi boschi è particolarmente evidente nei pattern frammentati e isolati di questi soprassuoli, in prossimità del limite della vegetazione arborea e/o localizzati nelle condizioni topografiche meno favorevoli. Nel presente lavoro si mettono a confronto i parametri dendrometrico-strutturali e lo stato di salute delle piante in soprassuoli delle Madonie, confrontando cedui di faggio recentemente sottoposti a pratiche di taglio e aree di controllo non trattate da tempo. Inoltre, questi aspetti sono stati messi in relazione con il gradiente topografico locale ed alla frammentazione della copertura.Sulla base delle condizioni topografiche marginali (crinali, versanti) e della frammentazione della copertura (alberi al margine/radura), i risultati mostrano chiaramente una forte riduzione dello stato di salute delle piante (maggiori danni alla corteccia e alla chioma, una percentuale più alta di alberi morti, una minore densità di rinnovazione) correlate all’intervento di taglio del ceduo. Il chiaro deperimento delle piante può determinare in futuro una minaccia crescente per queste faggete multi-marginali (per latitudine, topografia e frammentazione della copertura). Inoltre, i risultati ottenuti fanno ipotizzare che, anche se l’effetto degli interventi selvicolturali è evidente nei due gruppi a confronto (aree tagliate e aree controllo), la riduzione dello stato di salute di queste piante sia ulteriormente accelerata dagli effetti che il cambiamento climatico generale sta determinando in queste condizioni stazionali di marginalità ecologica. Il ridotto stato di salute delle piante anche nelle aree di controllo avvalora questa ipotesi.