V. 57 N. 4 (2002):
Articoli Scientifici

INDAGINE PRELIMINARE SULLA DINAMICA

Simone Puddu
Laureato in Scienze forestali e ambientali.
Livio Bianchi
Università della Basilicata.
Alberto Malltoni
DISTAF dell’Università di Firenze.
Marco Paci
DISTAF dell’Università di Firenze.
Andrea Tani
DISTAF dell’Università di Firenze.

Pubblicato 2013-06-13

Abstract

In ambienti caldo-aridi come quelli della Sardegna centrale dove, agli effetti del clima, si sommano quelli del fuoco e del pascolo, capaci di esaltare fenomeni regressivi della vegetazione i rimboschimenti e gli impianti di arboricoltura da legno possono svolgere un ruolo importante nella lotta alla desertificazione, attraverso l’innesco di successioni secondarie progressive. A tale scopo è stato impiantato un esperimento sul Monte Arci (Sardegna centrooccidentale), mettendo a confronto cinque aree all’interno di un’area rimboschita 30 anni fa con pino radiata, tre delle quali – con differente grado di copertura – all’interno dell’area rimboschita, e due in zone di macchia adiacenti all’impianto. In ogni area sono stati rilevati dati di piante del soprassuolo arboreo, novellame e flora del sottobosco. Per valutare la diversità del soprassuolo arboreo e del novellame si è deciso di utilizzare due indici di diversità floristica (indice di Shannon, numero di Hill N1), un indice sintetico floristico-strutturale (indice di Pretzch) e un indice di rinnovazione (indice di Magini). Dai risultati fin qui ottenuti si osserva che l’alleggerimento della copertura arborea, dovuto in parte al diradamento e in parte all’incendio, ha messo in moto una successione secondaria orientata verso l’ingresso del leccio, fenomeno assente nelle aree non rimboschite (dove lo strato arbustivo ha impedito, fino ad oggi, l’ingresso di specie arboree) e in quelle rimboschite ma caratterizzate da un grado di copertura arboreo troppo elevato. Una moderata copertura arborea garantisce inoltre la massima diversità nel piano di rinnovazione.