V. 60 N. 3 (2005):
Articoli Scientifici

PRIME VALUTAZIONI SU ALCUNI IMPIANTI DI ARBORICOLTURA REALIZZATI IN PUGLIA NELL’AMBITO DELLA CAMPAGNA 1994/96 DEL REG. CEE 2080/92

Alessandra Amoruso
Dipartimento di Biologia e Patologia vegetale – Università degli Studi di Bari.
Nicola Luisi
Dipartimento di Biologia e Patologia vegetale – Università degli Studi di Bari.
Giovanni Sanesi
Dipartimento di Scienze delle Produzioni vegetali – Università degli Studi di Bari.

Pubblicato 2005-06-30

Parole chiave

  • imboschimento,
  • tecniche colturali,
  • latifoglie di pregio,
  • malattie crittogamiche,
  • danni.

Abstract

Nel presente lavoro si riportano i risultati di un’indagine effettuata nella stagione vegetativa 2002 intesa a valutare le specie utilizzate, le tecniche di impianto e di coltivazione eseguite nei primi anni dopo l’impianto, ponendo particolare attenzione alle diverse problematiche fitopatologiche, di natura biotica o abiotica, riscontrate nelle nuove fitocenosi forestali realizzate in Puglia nel trienno 1994/96, in attuazione del Reg. CEE 2080/92. In tali impianti sono state messe a dimora soprattutto piante di Noce, Ciliegio, alcune Querce mediterranee e Frassini. Negli impianti, i rilievi colturali e quelli fitopatologici sono stati effettuati tramite osservazioni periodiche di campo, esami di laboratorio e isolamenti di microrganismi (fungini e batterici) da un numero rappresentativo di campioni, prelevati da un numero di piante non inferiore al 5% delle piante di ciascun impianto. La coltivazione razionale degli imboschimenti nei primi anni ha influito positivamente sia sull’attecchimento che sullo sviluppo e la sanità delle piantine. Il postime proveniente da vivai del Nord - Italia ha dato risultati più scadenti rispetto a quello autoctono. Negli imboschimenti visitati, la densità d’impianto è risultata spesso elevata rispetto al contesto pedologico e climatico non sempre ottimale, che rappresenta un limite per il loro successo. I rilievi sullo stato fitopatologico delle giovani piantine ha evidenziato la frequente presenza di funghi rispetto ad altri patogeni. Tra i funghi patogeni è stata riscontrata la presenza di Marssonina juglandis, Botryosphaeria ribis e vari altri agenti di seccume rameale su Noce; sono stati rinvenuti Coryneum beierrinckii, Cylindrosporium padi, Armillaria mellea e Cylindrocarpon destructans su Ciliegio; Cryphonectria parasitica su Castagno e, infine, alcune specie di oidio su Querce e altre specie di latifoglie. Tra gli agenti di danno, sono state rinvenute larve di Zeuzera pyrina, che causano il disseccamento apicale dei rami e/o lo stroncamento del fusto di piante di Noce. In alcuni impianti sono state rilevate numerose fallanze causate da soffocamento e concorrenza radicale delle infestanti per assenza di coltivazione. Si ritiene che l’utilizzazione di piantine sane e di provenienza autoctona, l’attuazione di tecniche colturali razionali, soprattutto nei primi 4-5 anni dopo l’impianto, favoriscano l’attecchimento e il vigore vegetativo delle piante e la loro resistenza agli attacchi dei patogeni. Il monitoraggio periodico degli impianti permette di prevenire i danni, la diffusione incontrollata degli agenti patogeni e la predisposizione delle piante alle malattie più pericolose.