V. 65 N. 5 (2010):
Sezione speciale

Boschi vetusti in Italia: collegamenti con la pianificazione e la gestione forestale in aree da lungo tempo antropizzate

Susanna Nocentini
Università di Firenze

Pubblicato 2013-05-16

Parole chiave

  • foreste vergini,
  • foreste vetuste,
  • vetustà,
  • gestione adattiva,
  • complessità

Abstract

Viene analizzata la possibilità di utilizzare i risultati della ricerca sui boschi vetusti come base per la gestione sostenibile e la pianificazione forestale in aree dove il paesaggio forestale è stato a lungo e fortemente alterato dall’attività umana. Oltre ai pochi tratti di foreste propriamente vetuste ancora presenti nel nostro Paese, la forte riduzione nelle utilizzazioni forestali che ha caratterizzato molte aree boscate a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo, ha favorito l’evoluzione naturale e l’aumento del grado di “vetustà” di molti soprassuoli forestali.
In Italia, la scarsità e la limitata superficie della maggior parte dei boschi vetusti, la relativa brevità del periodo in cui sono stati sottratti alle attività antropiche, il fatto di
essere immersi in una matrice territoriale fortemente alterata dalle attività umane, sono tutti fattori che rendono difficile proporre di utilizzare i boschi vetusti come modelli per
la gestione forestale. A ciò si aggiunge l’incertezza derivante dal fatto che i boschi vetusti si sono sviluppati in condizioni climatiche e ambientali che potrebbero essere anche
molto diverse da quelle che si verificheranno in futuro.
Pur tuttavia, importanti lezioni possono essere derivate dalla crescente mole di indagini scientifiche sui boschi vetusti, a patto che i risultati ottenuti vengano connessi a una concezione dinamica degli ecosistemi e della gestione forestale, dove il monitoraggio è la base per adattare la selvicoltura alle reazioni di ogni diverso soprassuolo. Nelle zone dove più lungo è stato l’impatto antropico sul paesaggio forestale, le indicazioni derivanti dalla ricerca interdisciplinare sui cambiamenti strutturali e sui processi evolutivi che si instaurano nei boschi sottratti alle utilizzazioni possono fornire criteri e indicatori per
delineare schemi di monitoraggio a supporto della gestione forestale e per disegnare reti ecologiche che integrino la conservazione della biodiversità con le opportunità e i vincoli
socio-economici.