V. 67 N. 2 (2012)
Sezione speciale

Rimboschimenti di conifere in Italia: un'opportunità per la produzione di energia dal legno e per il restauro forestale

Silvio Bagnato
Department of Agricultural and Forest Systems Management, Mediterranean University Reggio Calabria, Italy.
Roberto Mercurio
Professor of Silviculture and Forest Management - Department of Agricultural and Forest Systems Management, Mediterranean University Reggio Calabria, Italy
Francesco Scarfò
Department of Agricultural and Forest Systems Management, Mediterranean University Reggio Calabria, Italy.

Pubblicato 2013-05-06

Parole chiave

  • restauro forestale,
  • sistema di tagli a buche,
  • energia del legno

Abstract

Il restauro di rimboschimenti di conifere in popolamenti con struttura e composizione più complesse è una sfida attuale per la selvicoltura italiana e un’opportunità per la produzione di energia dal legno.Un sistema selvicolturale finalizzato a favorire la rinnovazione naturale attraverso l’apertura di buche nella copertura arborea (sistema di tagli a buche) è stato adottato a partire dal 2003 in un sito sperimentale realizzato in popolamenti di pino laricio (Pinus nigra Arn. ssp. laricio Poiret var. Calabrica Delamare) situati nell’Appennino calabrese per confrontare gli effetti di buche di piccole (380 m2), medie (855 m2) e grandi (1520 m2) dimensioni. I principali risultati di questa esperienza dimostrano, dopo 7 anni, che la grandezza appropriata delle buche per la rinnovazione del pino laricio (una specie esigente di luce) è quella rappresentata da buche di 1500 m2 con un rapporto d/h di 2.0, mentre per specie tardo-successionali (abete bianco e faggio) sono consigliate buche di 380 m2 con un d/h di 1.0 o leggermente più grande. Questo consente al gestore forestale di scegliere se mantenere il pino o avviare un’azione di restauro delle formazioni forestali autoctone. L’intervallo tra i diversi tagli è di 7 anni. Dato che ad ogni intervento si rimuove il 30% della superficie, il ciclo si completa in circa 20 anni. In questo caso (popolamenti normalmente diradati) al momento del primo taglio si possono ottenere da 15 a 70 m3 di legname per ogni buca o 140 m3 per ettaro. Questo approccio “sistema di tagli a buche” può essere considerato una pratica selvicolturale sostenibile grazie al basso impatto ambientale ed estetico che produce e grazie alla possibilità che offre di soddisfare anche esigenze di produzione di materiale legnoso da destinare a fini energetici