V. 62 N. 5-6 (2007):
Sezione speciale

Indagini su cedui di pioppo a turno breve nella pianura ferrarese

Gianfranco Minotta
Dipartimento AGROSELVITER Università di Torino, Via Leonardo da Vinci 44, Grugliasco (TO).
Enrico Muzzi
Dipartimento di Colture Arboree Università di Bologna, Via Fanin 52, Bologna.

Pubblicato 2007-12-19

Parole chiave

  • pianura padana,
  • pioppo,
  • cedui a corta rotazione,
  • biomassa,
  • arboricoltura da legno.

Abstract

In un terreno della pianura padana in comune di Argenta (FE) moderatamente alcalino ed a tessitura tendenzialmente argilloso limosa sono posti a confronto otto cloni di pioppo (83.148.041; 85.036; 85.037; 84.078; I 214; AF2; AF6 e Pegaso) in parcelle di ceduo a corta rotazione realizzate nella primavera 2004. I cloni 83.148.041; 85.036; 85.037 e 84.078 sono stati collocati a dimora alla densità di 8900 piante ha-1 con uno schema a file singole, mentre i cloni AF6 e Pegaso sono stati posti a dimora ad una densità di 11300 piante ha-1 con uno schema a file binate. I cloni I 214 ed AF2 sono stati utilizzati con entrambe le densità e gli schemi di impianto sopra indicati. Il disegno sperimentale è a blocchi randomizzati con tre ripetizioni per tesi (clone). Al termine della prima stagione vegetativa è stata eseguita la ceduazione totale delle parcelle (back cutting). I rilievi attuati al primo e secondo anno dalla messa a dimora hanno riguardato la sopravvivenza e gli altri parametri necessari per il calcolo della produttività degli impianti. Al termine del secondo anno delle prove (il primo anno dopo il back cutting) i cloni non hanno manifestato differenze significative in termini statistici per quanto riguarda la produttività. Le produzioni annue più elevate sono state comunque osservate con il clone 83.148.041 (8,89 t s.s. ha-1) per gli impianti a file singole e con l’I 214 (5,40 t s.s. ha-1) per gli impianti a file binate. I risultati inferiori sono stati invece osservati con i cloni Pegaso e 84.078 per quanto riguarda sia la sopravvivenza che la produttività. In linea generale, gli impianti a file singole hanno fornito risultati migliori rispetto a quelli a file binate. Questi primi risultati sono comparati a quelli ottenuti in altre parcelle sperimentali della pianura padana.