V. 73 N. 3 (2018):
Articoli Scientifici

Analisi della filiera foresta-legno in una prospettiva di (bio)economia circolare: il caso studio della Foresta di Monte Morello

Alessandro Paletto
CREA - Centro di ricerche Foreste e Legno
Isabella De Meo
CREA - Centro di ricerche Agricoltura e Ambiente.
Paolo Cantiani
CREA - Centro di ricerche Foreste e Legno
Ugo Chiavetta
CREA - Centro di ricerche Foreste e Legno
Claudio
Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF), Università degli studi di Firenze.
Gianluigi Mazza
CREA - Centro di ricerche Foreste e Legno.
Elisa Pieratti
CREA - Centro di ricerche Foreste e Legno.
Giovanni Matteo Rillo Migliorini
Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF), Università degli studi di Firenze.
Alessandra Lagomarsino
CREA - Centro di ricerche Agricoltura e Ambiente.

Pubblicato 2018-11-13

Parole chiave

  • bioeconomia,
  • economia circolare,
  • analisi di filiera,
  • cippato,
  • Regione Toscana

Abstract

Negli ultimi anni è stata enfatizzata l’importanza della bioeconomia circolare al fine di accrescere la competitività delle imprese dei paesi membri dell’Unione Europea. Nell’ambito della bioeconomia circolare il settore forestale riveste un ruolo chiave con particolare riferimento alle potenzialità di produzione bioenergetica. Il principale obiettivo del presente studio è stato quello di analizzare la filiera foresta-legno a livello locale (Monte Morello, Firenze) seguendo l’approccio della bioeconomia circolare. Lo studio è stato strutturato in due fasi: nella prima fase sono stati ricostruiti i flussi di materiali legnosi e le emissioni di anidride carbonica derivanti dal processo produttivo; nella seconda fase sono stati identificati e testati alcuni indicatori specifici per il settore forestale al fine di quantificare le 4R (Reduce, Reuse, Recycle, Recover) dell’economia circolare. Gli indicatori impiegati hanno preso in considerazione i seguenti aspetti: il miglioramento dell’efficienza dei processi produttivi; il riutilizzo e il tempo di vita dei prodotti legnosi; l’ottimizzazione degli assortimenti legnosi ritraibili; il recupero di energia dai prodotti legnosi a fine ciclo. I risultati del presente studio hanno messo in luce come i diradamenti eseguiti nella foresta di Monte Morello non siano riusciti ad ottimizzare gli assortimenti legnosi commercializzati, puntando unicamente sulla produzione di cippato. Questo fatto ha comportato un impatto negativo dal punto di vista economico e del tempo di vita dei prodotti. Viceversa, i risultati hanno evidenziato un bilancio favorevole per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, soprattutto in riferimento a quelle evitate impiegando fonti rinnovabili anziché fonti fossili, e nella valorizzazione energetica di una parte del legno morto presente in grande quantità nella foresta.