V. 57 N. 5 (2002):
Articoli Scientifici

UTILIZZAZIONE E RECUPERO DEGLI SCHIANTI DA VENTO NELLE PINETE LITORANEE

Raffaele Spinelli
Ricercatore presso il CNR – IVALSA, via Barazzuoli 23, 50136 Firenze.
Luca Mancini
Dottore in Scienze Forestali – Dip. Colture Arboree – Università degli Studi di Palermo
Carla Nati
Ricercatore presso il CNR – IVALSA, via Barazzuoli 23, 50136 Firenze.
Piergiorgio Fabbri
Specialista Tecnico presso il CNR – IVALSA, via Barazzuoli 23, 50136 Firenze.

Pubblicato 2013-06-17

Abstract

Nel recupero degli schianti da vento, la meccanizzazione costituisce un’esigenza irrinunciabile, che è dettata innanzitutto da motivi di sicurezza. Le caratteristiche di alcune specie mediterranee possono limitare la convenienza di una meccanizzazione standard di pura concezione Scandinava. Solo un «processore» di eccezionale potenza può trattare il pino domestico, e la sua economicità deve essere ancora valutata. L’impiego di una pinza-sega rappresenta l’alternativa più interessante, caratterizzata da un investimento relativamente contenuto e da una flessibilità senz’altro maggiore. Un’escavatore munito di pinza-sega costa un terzo rispetto al «processore» completo e può essere impiegata tanto per l’abbattimento che per la sezionatura, la movimentazione e il carico. Nel complesso, il sistema di lavorazione è snello ed efficace: il cantiere arriva a produrre 1000-1200 q di legname al giorno, per un costo di raccolta intorno alle 3000 Lit/q. La compatibilità ecologica dei mezzi di esbosco potrebbe essere migliorata, ma è ancora entro i limiti. I veicoli impiegati non disturbano una superficie complessiva superiore a quanto riscontrato normalmente negli altri cantieri Italiani, e l’entità degli impatti non sembra essere tale da poter compromettere lo sviluppo dei soprassuoli.