LA SITUAZIONE SANITARIA DEI BOSCHI E DELLE SPECIE ARBOREE FORESTALI DELLA TOSCANA (1981-2000) SECONDO CONTRIBUTO: ANALISI E PROSPETTIVE DI INTERVENTO E DI RICERCA
Pubblicato 2013-06-17
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Abstract
Nel decennio 1981-1990 viene fatta piena luce sulla tassonomia e sulla distribuzione di Armillaria, temuto agente di marciume radicale di conifere e latifoglie. Per l’altro agente di marciume radicale delle conifere, Heterobasidion annosum, si individuano tre gruppi intersterili specifici per abete rosso, pino e abete bianco. È in questo periodo che si pone prepotentemente all’attenzione della comunità scientifica il deperimento dei querceti, fenomeno che assumerà dimensioni preoccupanti nei decenni successivi e che innescherà un alto numero di ricerche da parte di specialisti con competenze diverse, necessarie ad affrontare un processo complesso. Negli ultimi anni infine (1991-2000) si assiste in parte alla segnalazione di nuovi organismi; ma soprattutto i ricercatori rivolgono il loro impegno a definire il ruolo dei microrganismi fungini di debolezza, a comportamento endofitico, nell’evolversi del deperimento dei soprassuoli a quercia. Di grande rilevanza risulta la possibilità, resasi tale, di allevare in laboratorio organismi biotrofi, quali gli agenti di ruggine del Pino, e di conseguenza l’applicazione agli stessi delle tecniche molecolari, che hanno permesso di effettuare studi tassonomici più approfonditi e diagnosi precoci. Vengono messi a punto «primer specifici» per Cronartium flaccidum. È di questo periodo la verifica delle ipotesi di relazione tra fitoplasmi e fattori di stress. Infine, l’approfondimento degli studi fisiologici permette l’accertamento dell’identità di metaboliti tossici secreti da organismi fungini e la verifica del loro ruolo nello sviluppo della malattia: esempi ne sono la cerato-ulmina da Ceratocystis (Graphium) ulmi e la cerato-platanina da Ceratocystis fimbriata f. sp. platani.