V. 58 N. 2 (2003):
Articoli Scientifici

LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ NEI SISTEMI FORESTALI 3. BIODIVERSITÀ, GESTIONE FORESTALE E METODO SCIENTIFICO

Orazio Ciancio
Professore ordinario di Assestamento Forestale. Università degli Studi di Firenze
Susanna Nocentini
Professore straordinario di Assestamento dei Parchi e delle Riserve Naturali. Universitàdegli Studi di Firenze.

Pubblicato 2003-04-30

Parole chiave

  • biodiversità,
  • assestamento,
  • sistemi forestali

Abstract

Dopo l’excursus sulle principali teorie che animano il dibattito sulla biodiversità, apparso in precedenti articoli, gli Autori esaminano come i forestali tentano di affrontare la complessa problematica. Il grado di biodiversità viene spesso valutato in base al numero di specie vegetali o animali che si riscontrano in una data area. Per incrementare o per conservare la biodiversità si fa molto affidamento su appropriate tecniche colturali. La letteratura forestale esaminata fondamentalmente affronta il «problema biodiversità » attraverso i canoni scientifici classici. Si tende cioè a ridurre il problema a singoli aspetti e, sulla base dei risultati di esperienze parziali e riduttive, a orientare il trattamento e l’utilizzazione del bosco. Ma la complessità del «problema biodiversità» non ammette soluzioni semplicistiche. Sulla base di questa considerazione vengono esaminati alcuni concetti chiave come spunto per ulteriori riflessioni che riguardano il metodo scientifico, la selvicoltura classica e la semplificazione del bosco, la dimensione spazio-tempo e il valore della biodiversità. Si conclude che per la salvaguardia della biodiversità il principio di responsabilità e quello di precauzione dovrebbero guidare la gestione forestale. Occorre ricercare non solo l’utile economico e l’efficienza, ma anche il senso della vita che la diversità rappresenta.