Sezione speciale
Composizione, struttura, quantità e qualità del legno morto nella foresta della Verna (Arezzo, Italia)
Pubblicato 2013-05-16
Parole chiave
- legno morto,
- dinamica forestale,
- decomposizione del legno,
- faggio,
- abete bianco
- struttura ...Più
Copyright (c) 2013 L'Italia Forestale e Montana
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Abstract
La foresta della Verna si estende per circa 203 ettari di superficie ed è posta sullo spartiacque tra la valle dell’Arno e quella del Tevere all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna. Proprietà dei Frati Minori Francescani dagli inizi del 1200 la foresta è gestita dal 1985 dalla Comunità Montana del Casentino.Nell’autunno del 2008 all’interno della foresta è stata delimitata un’area di studio di circa 36 ha, ad una quota variabile tra 1100 e 1280 s.l.m., caratterizzata dalla presenza di boschi misti con faggio, abete bianco ed altre latifoglie, pluristratificati e maturi.
All’interno dell’area di studio si è proceduto alla individuazione di un reticolo di campionamento sistematico con un passo di 100 x 120 m mediante il quale sono stati localizzati 33 punti di campionamento. In ogni punto sono stati effettuati dei rilievi sulla struttura della foresta e sulla quantità e sulla qualità della necromassa presenti.
L’area oggetto di studio è risultata avere 473 individui ad ettaro (con un range di variazione di 133-1283) con diametro a petto d’uomo > 7,5 cm ed un volume di alberi vivi pari a 657,1 m3ha-1 (range di 299-1452,9). Il valore medio di volume ad ettaro di necromassa è risultato di 66,9 m3ha-1. Il valore minimo riscontrato è stato di 3,7 m3ha-1 e quello massimo di 355,8 m3ha-1.
L’area di studio, oltre al riconosciuto valore storico e culturale, ha quindi evidenziato anche un notevole valore naturalistico. La selvicoltura, continua ma di bassa intensità ed indirizzata al mantenimento degli assetti naturali, che è stata tradizionalmente applicata dai monaci francescani ha infatti mantenuto elementi strutturali tipici degli stadi di sviluppo più maturi: quantità e qualità di legno morto presente, dimensione degli alberi dominanti ed età raggiunta dagli esemplari più vecchi permettono di classificare questa foresta tra i boschi misti di faggio ed abete bianco dell’Appennino che presentano le migliori caratteristiche di vetustà.