Pubblicato 2013-05-16
Parole chiave
- ecosistemi forestali,
- diversità dei licheni epifiti,
- indicatori ecologici
Copyright (c) 2013 L'Italia Forestale e Montana
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Abstract
Il ruolo dei licheni come indicatori di continuità ambientale è ampiamente riportato per le foreste dell’Europa centrale e settentrionale dove sono usati nella gestione di aree boscatead esempio come predittori della presenza di specie di pregio e come caratteristici di habitat forestali.
Al contrario, le dinamiche che influiscono sulla presenza e sulla diversità lichenica dei boschi mediterranei sono ancora poco note e solo recentemente investigate. Con lo scopo di contribuire alla conoscenza delle variabili forestali che influenzano la colonizzazione lichenica in questi ambiti, è stato avviato uno studio in due boschi vetusti dell’Alto Molise appartenenti alla rete delle aree di studio individuate nell’ambito del PRIN 2007 «Metodi innovativi per la identificazione, caratterizzazione e gestione dei boschi vetusti in ambito Mediterraneo».
Le aree di studio sono quelle del Bosco di Abeti Soprani e della Riserva MAB di Collemeluccio e rappresentano due diverse tipologie forestali (rispettivamente foreste di Abies alba e Fagus sylvatica e ad A. alba e Quercus cerris dominanti). In corrispondenza di ciascuna area di studio, all’interno di un plot di un ettaro, è stata rilevata la diversità dei licheni
epifiti su alberi selezionati in base ad un campionamento randomizzato stratificato.
Per stimare le differenze tra le due aree, sono inoltre stati considerati i contributi percentuali alla diversità lichenica totale della forma di crescita, del fotobionte e della strategia
riproduttiva.
Il contributo riporta i risultati ottenuti nel corso della prima campagna di rilevamento come punto di partenza per la pianificazione di un monitoraggio a lungo termine. Gli indici
di diversità rilevati risultano particolarmente alti, confermando anche in questi ambiti mediterranei il ruolo importante dei boschi vetusti nella conservazione della diversità lichenica.