V. 64 N. 2 (2009):
Sezione speciale

Il rilievo dell'influsso della fauna selvatica sul bosco nel Parco Nazionale dello Stelvio

Giorgio Carmignola
Ufficio caccia e pesca, Provincia Autonoma di Bolzano

Pubblicato 2013-04-17

Parole chiave

  • ungulati selvatici,
  • brucamento,
  • Parco Nazionale dello Stelvio

Abstract

A seguito della sospensione del prelievo venatorio, avvenuta nel 1983, la consistenza della popolazione di cervo all’interno del Parco nazionale dello Stelvio è notevolmente aumentata. Tale fenomeno, ha causato gravi danni da brucamento e scortecciamento alla rinnovazione arborea del bosco. Il Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio ha avviato alla fine del 1997 un progetto triennale d’indagine allo scopo di uniformare e migliorare le attuali conoscenze sullo status delle popolazioni di cervo presenti nel Parco e delle loro interazioni con le altre componenti dell’ecosistema. Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto che gli ungulati selvatici esercitano sul bosco, è stato eseguito un rilievo su aree campione dell’entità del brucamento alla rinnovazione, utilizzando aree di saggio di 50 m² di superficie. L’area di saggio è costituita da una striscia di controllo lunga 25 m e larga 2 m, delimitata con picchetti in modo da rendere possibile, in tempi successivi, la sua individuazione e quindi la ripetizione del rilievo. Il territorio coperto da boschi d’alto fusto del Parco Nazionale dello Stelvio è stato suddiviso in 989 aree rettangolari di 50 ha (superfici raster). In 847 di queste, pari all’86% del totale, le condizioni di rinnovazione hanno reso possibile l’esecuzione del rilievo. Sono stati complessivamente analizzati 55.535 alberelli. Per la valutazione del carico di morso sono stati presi in considerazione gli alberelli di altezza compresa tra 25 cm e 1 m. In molte zone le piantine di altezza inferiore a 25 cm sono infatti protette durante l’inverno dalla coltre nevosa e le indicazioni sul morso da esse subito hanno un valore relativo. Nel settore altoatesino il carico di morso risulta particolarmente elevato nella stazione di Lasa, dove tutte le specie di conifere in rinnovazione presentano una percentuale di brucamento sensibilmente più alta rispetto alla media dell’intero Parco. Anche nella stazione di Rabbi sono state rilevate percentuali di morso elevate, soprattutto a carico dell’abete rosso. Nella stazione di Valfurva è invece il larice a presentare un’alta intensità di brucamento. Il morso a carico delle latifoglie è ovunque elevato.Un confronto tra le singole stazioni richiede una certa cautela, poiché la composizione delle specie arboree e la densità della rinnovazione si differenziano in misura anche notevole da una zona all’altra del Parco. La percentuale di morso rilevata dà un’indicazione generale relativa all’intensità del brucamento ed è pertanto solo uno dei parametri che permettono di valutare la tollerabilità dell’impatto della fauna selvatica sull’ecosistema forestale. Per una valutazione completa del fenomeno occorre considerare, oltre all’intensità del brucamento, anche la sua durata e se è localizzato o interessa una superficie molto estesa. Inoltre è necessario mettere in relazione l’impatto sulla rinnovazione forestale con la consistenza e la dinamica delle popolazioni di selvatici, i loro trasferimenti stagionali e le caratteristiche degli ambienti a loro disposizione.