V. 57 N. 6 (2002):
Articoli Scientifici

LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ NEI SISTEMI FORESTALI. 1. IPOTESI PER IL MANTENIMENTO DEGLI ECOSISTEMI

Orazio Ciancio
Professore ordinario di Assestamento Forestale. Università degli Studi di Firenze.
Susanna Nocentini
Professore straordinario di Assestamento dei Parchi e delle Riserve Naturali. Università degli Studi di Firenze.

Pubblicato 2013-06-17

Abstract

L’attività umana provoca una serie di effetti diretti e indiretti sulla scomparsa di specie. I sistemi diversificati, secondo l’opinione più accreditata attualmente tra gli specialisti, sono più stabili nel loro funzionamento. In questa prospettiva vengono esaminate diverse ipotesi sui rapporti fra specie e funzionamento degli ecosistemi. Le strategie per conservare la biodiversità riguardano la preservazione di habitat ed ecosistemi – principalmente attraverso l’istituzione di aree protette – e le azioni da intraprendere per ridurre l’impatto dell’attività umana al di fuori delle aree protette. Questo secondo aspetto è particolarmente importante per rendere realmente efficaci le strategie di conservazione. La scarsa interazione tra ecologia ed economia e la complessità degli argomenti rende particolarmente difficile attribuire un valore alla conservazione delle specie. L’incertezza sul grado di biodiversità da preservare e la possibilità di incorrere in errori irreversibili devono favorire un approccio conservativo. Si conclude affermando che ai fini della conservazione della biodiversità, ancor prima di utilizzare una risorsa rinnovabile è necessario dimostrare che con tale utilizzazione non si riduce la complessità e la diversità degli ecosistemi. Sotto l’aspetto scientifico, invece, occorre prendere atto che il tempo è un fattore decisivo sull’aumento o sulla perdita di biodiversità.