V. 60 N. 4 (2005):
Sezione speciale

VARIAZIONI CENOLOGICHE E STIMA DELLA DIVERSITÀ FLORISTICA DEI BOSCHI A QUERCUS CERRIS DEL FLYSCH DEL CILENTO IN RELAZIONE AL TIPO DI GESTIONE SELVICOLTURALE

Carlo Blasi
Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Roma «La Sapienza»
Leonardo Rosati
Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Roma «La Sapienza»
Romeo Di Pietro
Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Roma «La Sapienza»
Marco Marchetti
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente, Università del Molise, Isernia
Michela Marignani
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Siena

Pubblicato 2005-08-31

Parole chiave

  • fitosociologia,
  • biodiversità,
  • selvicoltura,
  • Parco Nazionale del Cilento.

Abstract

La conoscenza della ricchezza di specie rappresenta uno dei livelli di lettura della biodiversità ed è al tempo stesso un punto di partenza per ogni decisione pratica nella gestione e conservazione delle risorse forestali. Obiettivo del presente lavoro è l’analisi dei rapporti tra gestione selvicolturale e diversità, di specie e vegetazionale, in sistemi forestali a diverso livello di semplificazione. Come area di studio sono stati scelti i substrati flyschoidi del Parco Nazionale del Cilento. L’analisi fitosociologica ha avuto lo scopo di classificare dal punto di vista cenologico e sintassonomico le diverse tipologie forestali rilevate. Le tipologie forestali individuate sono 8, di cui 4 appartenenti ai Fagetalia sylvaticae, 3 ai Quercetalia pubescenti-petraeae ed una ai Populetalia. La tipologia di cerreta a più ampia diffusione è risultato il Lathyro digitati-Quercetum cerris festucetosum drymeiae. Nell’ambito di questa tipologia sono stati selezionati 44 rilievi; i tipi di governo prevalenti sono la fustaia monoplana ed il ceduo matricinato. Deboli differenze sono espresse dalle statistiche descrittive della diversità e dall’analisi complessiva delle forme biologiche e corologiche. Al contrario, analizzando le specie per categorie d’interesse (specie di valore biogeografico, specie a bassa frequenza) emergono alcune differenze significative tra i due tipi di gestione. La fase successiva mirata all’analisi della diversità floristica si basa su un apposito piano di campionamento di tipo casuale semplice, stratificato sulla base della carta dei tipi forestali e dei piani d’assestamento forestale.